Come da titolo... (fonte disinformazione)
Prosegue serrato il confronto con gli organismi nazionali di controllo sanitario, sull'introduzione in Italia di Ritalin e Strattera. Appello del nostro portavoce nazionale: "Ad ogni associazione ed ente che è parte del nostro consorzio è richiesto di fare la sua parte per amplificare e veicolare il nostro messaggio. Un grazie di cuore a chi ci sostiene, ed un invito a chi è indeciso: questa è una battaglia etica, chi non può o non vuole essere coerente con i nostri valori riveda la propria affiliazione a Giù le Mani dai Bambini". Proprio in questi giorni, aumenta il numero degli affiliati! Ecco un intervista al portavoce nazionale della Campagna, Luca Poma
Dopo la "bagarre" dell'altro giorno in Senato, i ponti con l'AIFA e l'Istituto Superiore di Sanità sembrano rotti definitivamente...
Mi dispiace se questo è il messaggio che è passato, noi non abbiamo questioni personali di alcun tipo con questi funzionari pubblici. Ma quello che dev'essere chiaro e che non siamo disponibili a accettare supinamente delle decisioni che ledono gli interessi diffusi che rappresentiamo.
Quali interessi, quelli della lobby degli psicologi e dei pedagogisti?
No guardi, non costituiscono neppure la maggioranza tra noi. Allora dovremmo parlare delle lobbies dei neuropsichiatri, dei nutrizionisti, dei pediatri, dei capi famiglia, degli insegnanti, dei giornalisti, dei parlamentari... Intendo far comprendere che "Giù le Mani dai Bambini" è un movimento trasversale, non tutela alcuna lobby specifica. Ci sforziamo di interpretare al meglio gli interessi dei minori italiani, lottiamo contro la medicalizzazione troppo disinvolta e contro chi la vuole agevolare, questa è la nostra missione.
L'Agenzia Italiana del Farmaco a Vostro avviso agevola la medicalizzazione disinvolta dei bambini?
Mi faccia capire... Diciamo che a nostro avviso non fa abbastanza per contrastare questa "moda" dello psicofarmaco facile, ha gli strumenti ma si applica poco...con una battuta, possiamo dire che l'AIFA è uno scolaro indisciplinato. Abbiamo sottoposto all'AIFA quella che è l'opinione di una parte comunque significativa della comunità scientifica nazionale, e non solo nazionale, ma l'AIFA ha un atteggiamento ancora "conservativo", un pò supponente: sono convinti di aver sempre e comunque ragione, e non devo spiegarle io quanto è discutibile e pericoloso questo punto di vista...
Chiedete a gran voce di bandire degli psicofarmaci dal mercato. Questo non finirà per danneggiare i pochi casi che hanno davvero bisogno di un supporto farmacologico?
Intanto i casi - secondo i dati stessi dell'AIFA - non sono proprio pochi. Loro hanno sostenuto fossero pochi, in audizione al Senato, sottostimando il fenomeno evidentemente per tranquillizzare i Senatori: peccato che, già dal giorno dopo, dei loro funzionari abbiano ripreso a far circolare dati inquietanti e ben più elevati sul numero di bambini ai quali somministrare psicofarmaci, cifre che curiosamente collimano con le ricerche di marketing di chi questi prodotti di vende. Ma al di la di quest'osservazione, noi non siamo interessati certo a "bandire" queste molecole dal mercato, questa è una voce messa in giro strumentalmente da persone non genuine, le stesse probabilmente che dopo la nostra audizione al Senato si sono attaccate al telefono per esercitare pressioni e cercare - invano - di spaccare il nostro consorzio. Il nostro desiderio è invece quello di arrivare a somministrazioni davvero sicure. Stupisce che l'AIFA non l'abbia compreso, e che invece di "cavalcare" questa sensibilità della società civile la ostacoli.
Interessi "trasversali", secondo lei?
Non arrivo a sostenere questo, anche se di potenziali conflitti d'interesse si sono riempite le pagine dei giornali. Il problema forse risiede in una certa indisponibilità dell'ente pubblico a mettersi in discussione, siamo purtroppo ben lontani dal concetto di co-management del nord-Europa. L'Istituto Superiore di Sanità aveva tentato di inaugurare una nuova stagione sotto questo profilo, ma evidentemente non è bastato.
Non vi hanno dato abbastanza retta?
Diciamo che hanno ignorato molte proposte concrete, circostanziate, dettagliate, che se accolte - a detta non solo nostra, ma di molti specialisti - avrebbero migliorato di gran lunga i protocolli diagnostico-terapeutici. Invece hanno avviato - interpreto, magari sbaglio - una campagna di "blanding", come se a noi importasse qualcosa del sedere ad un tavolo Ministeriale: non abbiamo di queste velleità, ci interessano invece i risultati, e se i risultati mancano e inevitabile che noi ci si faccia sentire.
A voce un pò troppo alta, dicono alcuni, tanto che due enti associati al Vostro consorzio si sono defilati.
Vorrei precisare: un ente se n'è andato, un altro è stato allontanato da noi, perchè di certe adesioni solo formali non sappiamo cosa farcene. Chi è a caccia di visibilità o difende interessi particolari può e deve trovare un'altra collocazione che non nella nostra "casa associativa". Idem per chi ci dice "aderiamo alla Vostra campagna, ma nei comunicati stampa dove picchiate duro il nostro logo preferiamo non ci sia". Questo atteggiamento è davvero ridicolo, non è questo lo spirito con il quale condurre questa battaglia, preferiamo rinunciare a queste adesioni "di comodo". In ogni caso, sono due sole associazioni su centoventisette, non ci turbiamo certo per questo, i generali mettono sempre in conto qualche diserzione quando la battaglia si fa davvero dura, i pavidi sono sempre esistiti. L'appello ai membri del consorzio è di serrare i ranghi: ognuno deve fare il proprio lavoro - ora più che mai - per divulgare il messaggio, messaggio che non è mai cambiato: quello era all'inizio della Campagna, quello è adesso, di tutto ci si può accusare tranne che di mancanza di coerenza. Questo premia, tanto che abbiamo già nuove richieste di adesione, che stiamo vagliando proprio in questi giorni.
E i pediatri?
La Federazione Italiana Medici Pediatri non vi appoggia... Veramente non ci ha mai appoggiato, non ha mai fatto parte del nostro consorzio, ne mai gli abbiamo chiesto di aderire. Vede, c'è una differenza sostanziale tra la ristretta cerchia del direttivo della FIMP ed i pediatri italiani, quelli che fanno con coscienza il loro lavoro sul territorio, e siamo certi che al loro prossimo congresso anche questi argomenti saranno oggetto di discussione. La FIMP ha contestato le nostre posizioni senza neppure essersi mai pronunciata nel merito della nostra documentazione scientifica, è del tutto evidente che il loro direttivo ha una viva necessità di mostrarsi ossequioso nei confronti dei poteri forti, ma questo non c'interessa minimamente. Ma molti pediatri nella penisola sono con noi, lo vediamo girando per conferenze e seminari: a noi interessa rinnovare l'invito alla prudenza circa il tema psicofarmaci ai bambini, e questo nostro pensiero fa anche parte del comune sentire della classe pediatrica, checchè ne dica il direttivo FIMP.
A cosa porterà quindi questa specie di "guerra"?
Noi chiediamo una cosa molto semplice: una revisione in senso più prudenziale dei protocolli per le diagnosi e per le terapie. Non chiediamo la luna, è evidente a chiunque sia in buona fede. Questo abbiamo chiesto fin dall'inizio, e questo continuiamo a chiedere. Finchè questi protocolli non verranno rivisti, il tono del confronto non potrà che alzarsi sempre più. Se l'AIFA avesse accettato un confronto serio, e non solo su aspetti marginali, a quest'ora sarebbe tutto risolto ed rapporti non sarebbero così tesi. Non è complicato, posso solo sperare che finalmente capiscano. Noi non siamo soggetti a pressioni politiche ne di altro tipo, non molleremo mai la presa, ognuno di noi ha un potenziale sostituto già formato, la Campagna proseguirà sempre e comunque. Loro chissà... Quello che è certo, e che se il desiderio di qualcuno è di importare anche nel nostro paese pratiche di "malasanità" come quelle già viste oltreoceano, ma anche nelle vicine Inghilterra, Germania e Francia, dove la somministrazione di psicofarmaci ai bambini cresce in misura allarmante, ebbene, hanno fatto male i loro calcoli. E se invece si tratta solo di disattenzione o trascuratezza...beh. dovranno impegnarsi di più nell'interesse dei bambini italiani.
NOTIZIE FLASH
mercoledì 16 maggio 2007
venerdì 11 maggio 2007
METTETE GIU’ LE MANI DAI BAMBINI!!!
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Tutto ciò sembra distante anni luce da noi ma la realtà a volte ( e questa volta PURTROPPO...) supera la nostra immaginazione. Io stesso prima di consultare il sito http://www.giulemanidaibambini.org/ non ero a conoscenza di questo problema ed è stata una scoperta sconvolgente.
Provate a pensare ad una scena tipica della quotidianetà italiana: uscite da casa,passate davanti ad una delle tante scuole presenti sul nostro territorio e vedete dei ragazzini giocare,correre,ridere...insomma mettere in moto tutte quelle agenzie di socializzazione tipiche della “loro” età...ADESSO CHIUDETE GLI OCCHI...e pensate che tutto ciò potrebbe non esserci più!!!
Se penso alla mia infanzia mi viene in mente l’immagine sbiadita di mio padre e di tutti i ragazzini del cortile...poi la pagella...e quella scritta che trionfava per prima:“VIVACE”.
Io sono uno dei fortunati però; la mia mente ora pensa a tutti quei ragazzini imbottiti di pastiglie semplicemente perchè più vivaci o particolari di ciò che la società classifica come “normale”.
Qualche dottorone di medicina mi deve ancora spiegare: qual è la normalità!?!
Ma forse l’interesse non è il bambino,forse l’interesse è come al solito in occidente vendere! Vendere a tutti i costi! Non importa alle spalle di chi o cosa...
Allora in questo senso il discorso si amplia: non è più il bambino il problema,sono le lobby produttrici di psicofarmaci!
Allora adesso la domanda viene spontanea...Come sconfiggere delle società così forti e potenti??? CON L’INFORMAZIONE!!!
La cultura è l’arma più potente che possediamo per difenderci da sciacalli come questi!!!
- MAMME,PAPA’: INFORMATEVI BENE PRIMA DI FAR ASSUMERE QUALSIASI MEDICINALE AI VOSTRI FIGLI
- STATO : PROTEGGICI!!!
- TESTATE GIONALISTICHE E MEDIA IN GENERALE : PIU’ INFORMAZIONE E MENO “COMMERCIO”!!!
Ora voglio mostrarvi il manifesto di una associazione composta da molti esperti (dottori e non “dottoroni”...) che da anni affronta il problema con estrema tenacia.
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La Campagna
"Negli Stati Uniti ad oltre undici milioni di bambini vengono somministrati quotidianamente anfetamine o psicofarmaci allo scopo di tentare di risolverne i disagi. Nelle scuole italiane, sono stati recentemente avviati programmi di screening di massa per individuare i bambini sofferenti di problemi di carattere psicologico. Se tuo figlio perde le cose, è disattento a scuola, interrompe spesso gli insegnanti od è aggressivo coi compagni di classe, non è detto che sia malato. Prima di sottoporlo ad una cura dagli esiti incerti e dagli effetti collaterali potenzialmente distruttivi, raccogli informazioni complete sul nostro portale, oppure contatta il nostro Comitato per ricevere a casa una pubblicazione gratuita. Spesso un bambino ha solo necessità di essere ascoltato con attenzione. Non etichettare tuo figlio. Ascoltalo!"
Quello sopra riportato è il testo stampato sulla quarta di copertina delle centinaia di migliaia di pubblicazioni che il nostro Comitato ha già gratuitamente distribuito in tutta Italia, in scuole, ospedali, famiglie.La tendenza a sottoporre i bambini a terapie prolungate a base di psicofarmaci - al fine di risolvere problemi che andrebbero invece probabilmente affrontati con metodologie pedagogiche ed educative - è ormai sempre più diffusa, e riguarda ormai molti milioni di bambini in età scolare e pre-scolare in tutto il mondo occidentale. Questo fenomeno è ormai giunto all’attenzione dell’opinione pubblica e dei media, ed impegna in un appassionato dibattito buona parte della comunità scientifica internazionale. Il caso più eclatante è quello della cosiddetta “sindrome da deficit di attenzione e iperattività”, meglio conosciuta con l’acronimo inglese ADHD, “malattia” che viene ormai diagnosticata fin dal primo anno di età e la cui “cura” prevede la prescrizione di psicofarmaci, terapia le cui linee guida sono contestate da associazioni di genitori, insegnanti, medici e giornalisti per la loro eccessiva genericità, che porrebbe a facile rischio di abuso nella somministrazione a bambini ed adolescenti.È una vera e propria tendenza, quella di “schedare” bambini irrequieti e indisciplinati come “malati mentali”: sono ribelli, “creano problemi”, ed il farmaco diventa apparentemente il modo migliore per tenerli a bada.Secondo alcune autorevoli fonti mediche, delle quali troverete ampi riferimenti in questo stesso sito, questa situazione è anche il risultato del preponderante modello medico–biologico della psichiatria odierna, che riconduce ogni problema psicologico o comportamentale a disfunzioni di carattere strettamente fisiologico, tralasciando invece altre possibili cause quali quelle sociali od ambientali. Ecco quindi che chiunque, inclusi i bambini, potenzialmente può diventare un soggetto interessato da cure psichiatriche invasive: in Italia, oltre 800.000 bambini sono già stati etichettati come potenziali destinatari di questo genere d'interventi terapeutici.La campagna "GiuleManidaiBambini" é promossa dall'omonimo Comitato (un'organizzazione non lucrativa di utilità sociale e d'interesse nazionale) che si avvale dell'attivo contributo di numerosi sostenitori e di collaboratori impegnati part-time e con spirito volontaristico per garantire il buon fine delle numerose iniziative di sensibilizzazione sul territorio. Non e un'iniziativa contro uno specifico farmaco o contro gli interessi delle multinazionali farmaceutiche: lo scopo e di stimolare il dibattito tra i cittadini - per dare risposta ai numerosi interrogativi sollevati da studenti, genitori ed insegnanti sui pro e contro delle soluzioni psico-farmacologiche in tenera eta - nonchè di garantire un consenso realmente informato da parte delle famiglie, a tutto vantaggio anche degli specialisti coinvolti.Ulteriori brevi approfondimenti divulgativi si possono reperire sulla sezione FAQ del nostro portale.
PER CHI VORREBBE SAPERNE DI PIU’:
http://www.disinformazione.it/adhd.htm
http://www.disinformazione.it/adhd4.htm
http://www.disinformazione.it/adhd.htm
http://www.disinformazione.it/adhd4.htm
giovedì 10 maggio 2007
C’ era una volta il bosco ferentum
C’era una volta il bosco ferentum ,dico c’ era una volta non perché adesso non ci sia più ,ma perché nello stato in cui si trova mi viene più semplice chiamarlo discarica.
Un bosco chiamato discarica è veramente qualcosa di orribile e triste da dire, ma purtroppo è quello che è non si può far finta di niente ed andare avanti ,come se quello fosse ancora uno spazio riservato esclusivamente al verde ed alla natura, è diventato una discarica per colpa dei marinesi e dell’ inciviltà stessa dell’ uomo che non si cura dei problemi e dei danni che fa all’ambiente , bisogna essere anche autocritici a volte, solo cosi si può migliorare.
Era una bella giornata c’ era un bel sole ed il bosco era bello come sempre (apparentemente) c’ erano i giochi rotti come lo scivolo le altalene ecc ,ma questa certo non è una novità, prima di addentrarmi nel bosco come tutti i marinesi posso ricordare c’ è l’ antica porta che ormai è stata sovrastata dalla vegetazione ma anche questa non fa notizia, mentre guardavo la sua bellezza e il suo fascino mi chiedevo come si potesse lasciare un resto di marino antica in quel modo, è come se la società marinese si fosse dimenticata delle sue origini,delle sue radici e della sua storia.
Entrato nel vero cuore del bosco dove la vegetazione è più fitta e i raggi del sole fanno fatica a penetrare incominciai a vedere man mano che andavo sempre più all’ interno ,come fosse stato devastato e sfregiato il nostro bosco ferentum.
Parallelamente al sentiero c’è un piccolo ruscello che è ricoperto da una fitta schiuma bianca alta 20, 30 cm l’ acqua è giallastra e magari voi penserete che è tutto finito ed invece sbagliate perché la cosa più incivile non è vedere l’ acqua giallastra o una schiuma bianca alta 20 ,30 cm su un ruscello lungo un 1km, ma è vedere un armadio in metallo che ormai fa parte anche esso del bosco, ricordo di averlo visto la prima volta in una gita con la mia maestra dell’ elementari ed oggi che studio all’università ancora c’è , buste , rifiuti organici e plastici fogli di giornali ne è pieno tutto il terreno circostante al ruscello.
Andando verso la parte finale del bosco si può ben vedere come una statua e delle strutture antiche, uso il termine antiche e non dico il nome della statua e il periodo dei resti , semplicemente perché non lo so , non c’è una targhetta o una bacheca , che ti dovrebbe raccontare ed informare della storia e dei dati anagrafici e tecnici, di solito c’è sempre una bacheca informativa nei pressi di resti archeologici , invece nel nostro bosco no .
A sinistra della statua invece c’è un piccolo ponte che è l’ unico collegamento per passare e continuare il sentiero ,non sono andato oltre anche perché il percorso è accidentato in quanto ormai il ponte è totalmente sovrastato dal ruscello ,questo perché la terra e i rami che si trovano sotto il ponte hanno deviato il percorso del ruscello facendolo passare sopra.
Mi chiedo se tutto questo è tollerabile, uno spazio verde che non è stato privato alla natura per fare case o altre strutture, deve essere trattato cosi ?????, marinesi quel bosco è nostro e deve essere riqualificato e valorizzato perché può rivelarsi una grande risorsa turistica e ambientale per noi e per i nostri figli.
domenica 6 maggio 2007
I ripetirori telefonici a Marino e frazioni (come fermare la loro avanzata e perchè)
Marino - Prendendo spunto dal comunicato stampa del 19 aprile scorso del comune di marino (che sotto riporterò) oggi affronteremo insieme uno tra i più grandi dilemmi del nostro tempo: come coniugare crescita economica e sviluppo tecnologico con temi come ambiente e salute???
Come molti di voi già sapranno, da qualche anno la quantità di ripetitori telefonici che si possono trovare sulle nostre “teste” sta aumentando in maniera esponenziale. Si pensi a via Pietro Nenni,a via sant’Anna nonchè (come dice il comunicato) a una prossima installazione al centro di Santa Maria delle Mole.
Cercheremo in questo articolo di saperne in pò di più. Ad ogni domanda verrà associata una risposta,spero di essere esauriente.
1) Come funzionano i ripetitori?
Come molti di voi già sapranno, da qualche anno la quantità di ripetitori telefonici che si possono trovare sulle nostre “teste” sta aumentando in maniera esponenziale. Si pensi a via Pietro Nenni,a via sant’Anna nonchè (come dice il comunicato) a una prossima installazione al centro di Santa Maria delle Mole.
Cercheremo in questo articolo di saperne in pò di più. Ad ogni domanda verrà associata una risposta,spero di essere esauriente.
1) Come funzionano i ripetitori?
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Alle alte frequenze, i campi elettrici e magnetici sono mutuamente correlati: l’esistenza dell’uno comporta sempre l’esistenza dell’altro e, congiuntamente, costituiscono il "campo elettromagnetico" che ha la proprietà di propagarsi nello spazio a distanze molto grandi (anche a migliaia di chilometri) dalla sorgente che lo ha generato. Tutto il sistema delle telecomunicazioni e le relative tecnologie sono basate sulle proprietà propagative del campo elettromagnetico.
Le sorgenti tipiche alle alte frequenze sono costituite dalle seguenti tipologie di impianti:
a) telefonia mobile
b) televisivi
c) radiofonici
LA TELEFONIA MOBILE E LA RETE CELLULARE
LA TELEFONIA MOBILE E LA RETE CELLULARE
L'uso dei cellulari continua in maniera esponenziale e di conseguenza la presenza di stazioni radio base (SRB) sul territorio. Ciò è causa di accesi dibattiti circa il loro funzionamento e i rischi sanitari ad esse connesse.
Il funzionamento dei cellulari avviene tramite la suddivisione in “celle” del territorio, ognuna delle quali è coperta da una stazione radio base. Questa suddivisione del territorio permette di ridurre la potenza emessa da ciascuna SRB fino a valori nell'ordine di pochi Watt. Ogni stazione radio base serve una limitata area di territorio e la sua collocazione sui piloni dell'illuminazione o sugli edifici è necessaria per servire la zona secondo lo schema indicato nella figura che segue.
All'aumentare delle SRB, aumenta il numero di utenti che il sistema può servire e diminuiscono le potenze di trasmissione.
La caratteristica di emissione del fascio di radiazione di una stazione radio base è direzionale e l'edificio che la ospita ha un'esposizione minima. Inoltre la direzionalità di questo tipo di antenne fa sì che non si abbia emissione di radiazioni a 360°, ma solo in una direzione ben precisa, in questo modo si limita l'emissione di radiazioni solo verso le aree in cui sono presenti utenti. Pertanto il rischio di esposizione a radiazioni non è solo correlato alla vicinanza con l'antenna, ma anche alla direzione verso cui l'antenna propaga le radiazioni (vedi figura).
I telefoni cellulari hanno potenze di trasmissione molto inferiori rispetto alle SRB, ma poichè l'antenna del telefonino si trova normalmente molto vicino alla testa, il suo uso comporta un assorbimento di energia "elevato", significativamente superiore rispetto all'assorbimento che si avrebbe a causa della presenza di una stazione radio base nelle vicinanze della propria abitazione. Basti pensare che l'intensità di campo elettrico a 5 cm dall'antenna di un telefono cellulare può variare tra 10 e 100 V/m, a seconda delle condizioni di ricezione.
2) Che danni possono portare???
Esattamente per lo stesso principio con cui si cuoce l'uovo nel forno a microonde, l'applicazione delle onde elettromagnetiche a un tessuto vivente ne provoca il riscaldamento. E' questo che fa la cosiddetta marconiterapia (che utilizza le onde radio vere e proprie) e la radarterapia (che invece utilizza le micoonde). Questi trattamenti sono impiegati per lenire i dolori articolari e muscolari (artropatie, miositi, nevralgie). Però l'effetto termico delle onde radio serve anche, in alcuni casi, ad aumentare l'efficacia dei trattamenti antitumorali (ovviamente raggiungendo temperature più elevate), così come a riscaldare rapidamente il sangue e i tessuti nei trapianti d'organo (si tenga presente che gli organi da impiantare vengono conservati in ghiaccio).Sono onde radio anche quelle su cui si basa la risonanza magnetica nucleare, che ormai è una metodica di uso comune (ancorché costosa). Quindi "la radio" un ruolo in medicina ce l'ha e non accenna a diminuire.Poi forse la malattiaTuttavia è evidente che se le onde radio, o meglio i campi elettromagnetici, superano una certa intensità, anche in funzione della frequenza, possono danneggiare i tessuti. Per esempio, l'esposizione acuta a onde radio di frequenza pari a 10 GHz (gigahertz) con intensità di 1000 e più watt/metro quadrato (w/m2) può effettivamente causare ustioni della pelle o anche l'opacizzazione del cristallino, ma campi magnetici e onde radio associate di questo tipo, sono piuttosto difficili da incontrare, secondo un documento dell'OMS, soltanto i più grandi radar esistenti sviluppano potenze di questo tipo. Il meccanismo, ancora una volta, è il riscaldamento dei tessuti, sia nei casi citati sia nel caso del danneggiamento del feto (basta aumentare la temperatura di 2 o 3 gradi, però per parecchie ore, per causare lesioni al nascituro). Forse il pericolo più concreto dell'esposizione casuale a radiofrequenze anche di non enorme potenza, c'è per le apparecchiature mediche, dai pace-maker impiantati nei pazienti cardiopatici alle apparecchiature per la ventilazione assistita che si usano nei reparti di terapia intensiva. Ed è per questo che non si devono usare telefoni cellulari in ospedale, né installare le antenne base nelle loro vicinanze, anche se va detto che i pace-maker più recenti sono adeguatamente schermati. E questa circostanza conduce al secondo meccanismo con cui le onde radio interferiscono con gli esseri viventi, cioè inducendo nei tessuti deboli correnti elettriche. La regola vuole che le onde di frequenza inferiore a 1 MHz (megahertz) abbiano prevalentemente questo effetto, mentre le onde di frequenza superiore hanno un effetto prevalentemente termico. Inoltre più è elevata la frequenza, più viene assorbita dalla pelle; più è bassa la frequenza, più l'onda è in grado di penetrare in profondità.Esposizioni prolungateCome sottolinea l'OMS, questo genere di esposizioni acute a forti campi magnetici sono altamente improbabili nella vita quotidiana. Quello che invece preoccupa attualmente è l'esposizione prolungata a campi di una certa intensità ma non così elevata. Per esempio in vicinanza di ripetitori radio e televisivi, oppure di antenne per telefonia mobile eccetera. In particolare si è spesso prospettata la possibilità che possano provocare il cancro, soprattutto la leucemia nei bambini. Gli studi finora condotti, sia in laboratorio sul topo sia epidemiologici parrebbero smentire questa possibilità. In particolare l'Istituto Superiore di Sanità aveva condotto uno studio sull'incidenza e la mortalità per leucemia infantile nella popolazione che vive nei pressi della antenne trasmittenti della Radio Vaticana, di Santa Maria Galeria, vicino Roma, concludendo che non si poteva rintracciare un nesso tra l'esposizione alle onde radio e la leucemia infantile. Certamente il discorso non si chiude qui.
Per saperne di più vi pubblico anche una ricerca che è stata pubblicata sul sito “disinformazione”.........
L’uso dei cellulari ‘collegato ai tumori’di Nic Fleming – 26 gennaio 2007 – Telegraph.co.uk Link alla pagina originale Tradotto per www.disinformazione.it da Stefano Pravato
Gli utilizzatori di lunga data dei cellulari hanno significativamente più probabilità di sviluppare un certo tipo di tumore cerebrale sul lato della testa accostato al cellulare. Lo rivela una nuova ricerca. I risultati sembrano indicare rischi per la salute nelle persone che hanno usato regolarmente i cellulari da più di 10 anni. Uno studio su larga scala ha trovato che coloro che hanno usato regolarmente i cellulari per più di 10 anni erano quasi il 40% più esposti allo sviluppo di tumori del sistema nervoso, detti gliomi, in prossimità della zona dove viene tenuto il telefonino.
La nuova ricerca, che sarà pubblicata quest’anno nell’International Journal of Cancer, è il secondo studio a suggerire l’aumento di tipi specifici di tumori cerebrali in regioni prossime a quelle dove l’emissione del cellulare penetra nella testa. Comunque, altri studi hanno trovato che non vi è un aumento di rischi per la salute associato all’uso del cellulare.
Il professor Lawrie Challis, presidente del programma governativo Mobile Telecommunications Health Research (MTHR), ha detto la settimana scorsa che per lo più la ricerca ha mostrato che i cellulari sono sicuri nel breve termine, mentre c’è stata l’ “indicazione di qualcosa” per quanto riguarda gli utilizzatori a lungo termine. Il professor Challis, che sta trattando il finanziamento per uno studio internazionale a lungo termine, ha detto la notte scorsa: "Sono d’accordo con gli autori che si tratti di un’indicazione che richiede ulteriore approfondimento. E’ una ragione ulteriore per la necessità di uno studio a lungo termine."
Louis Slesin, il direttore di Microwave News, una newsletter americana sui rapporti tra salute e radiazione, che ha riferito del nuovo studio, ha detto: “Con questo, adesso abbiamo due tipi di tumore scoperti nelle persone che usano il cellulare da più di dieci anni, evidenziati da due diversi gruppi di ricerca. Si tratta di un’evidenza stringente.” Alcuni ricercatori dell’Autorità per la Sicurezza Nucleare e delle Radiazioni Finlandese ha messo a confronto l’uso del cellulare di 1.521 persone con gliomi con quello di 3.301 persone non affette dal cancro.
Prima di considerare separatamente gli utilizzatori di lunga data o di guardare ai rischi differenti di sviluppare tumori sul lato dove veniva tenuto il cellulare, gli scienziati non hanno trovato relazione tra l’uso dei cellulari e i gliomi. Quando però hanno considerato solo persone che avessero usato un cellulare per 10 anni o più, hanno scoperto che il gruppo aveva il 39 per cento di probabilità in più rispetto alla media di avere un glioma sul lato della testa dove viene tenuto l’apparecchio.
Il professor Anssi Auvinen, un epidemiologo che ha partecipato allo studio, ha detto: “Sembra credibile in quanto capita dopo un’esposizione di lunga durata — che è coerente con i termini del periodo di tempo necessario per lo sviluppo dei tumori — ed è localizzato sul lato della testa dove si tiene il cellulare.” Un portavoce della Mobile Operators Association ha detto: “I risultati complessivi di questo studio non mostrano aumento del rischio di tumori al cervello in relazione all’uso dei cellulari. Le scoperte relative alla localizzazione del tumore sono di difficile interpretazione.”
Ed infine vi pubblico il comunicato stampa tratto dal comune:
ASSESSORE CATENACCI "SULLE ANTENNE FACCIAMO SUL SERIO" - SINDACO PALOZZI "SABATO SARO' AL FIANCO DEI CITTADINI PER LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE PUBBLICA. AVVIATO L'ITER DELPIANO DELLE ANTENNE".
Il Sindaco della Città di Marino Adriano Palozzi ha già preannunciato che sarà presente sabato 28 aprile prossimo alla manifestazione indetta dal Comitato spontaneo “Amiamo S. Maria delle Mole” in piazza Togliatti per ribadire il No all’installazione di un’antenna telefonica nel centro urbano di S. M. Mole.
“Intendo partecipare – ha dichiarato Palozzi – perché mi batto a favore della gente, nonostante le strumentalizzazioni politiche che si stanno facendo su questo argomento. Ribadisco che questa amministrazione sta dalla parte dei cittadini nella battaglia contro la proliferazione di antenne e ripetitori. Abbiamo intenzione di restare al loro fianco ed annunciamo di aver provveduto ad avviare l’iter relativo alla predisposizione del Piano per le antenne a salvaguardia della salute pubblica”.
“La nostra amministrazione sta facendo sul serio – ha tenuto a precisare l’Assessore alle innovazioni tecnologiche ed alle telecomunicazioni Mauro Catenacci – Il 17 aprile scorso abbiamo fatto una ordinanza alla Società Ericsson H3G di demolizione di un’antenna posta sull’Hotel dei Consoli. Abbiamo anche chiesto alla medesima Società di soprassedere all’installazione dell’antenna su Galleria Le Mole in Via Silvio Pellico. Aspettiamo ora fiduciosi la pronuncia del Consiglio di Stato, prevista per l’8 maggio prossimo, al quale il Comune di Marino è ricorso contro il provvedimento del Tar Lazio che accoglieva in prima istanza la richiesta di sospensiva della diffida comunale già emessa contro l’H3G. Intanto già da tempo ci siamo attivati, di concerto con l’Assessore all’Urbanistica Mario Moro, incontrando i gestori di telefonia per capire quali sono le loro esigenze e cercare di confrontarle con quelle dell’amministrazione e dei cittadini. Siamo fiduciosi che i gestori capiscano quali sono le esigenze del territorio. Dal canto nostro – ha concluso l’Assessore Catenacci - esamineremo il loro piano di rete sul quale avvieremo un confronto serio. Abbiamo trovato comunque in loro disponibilità a trovare soluzioni”.
Il Sindaco della Città di Marino Adriano Palozzi ha già preannunciato che sarà presente sabato 28 aprile prossimo alla manifestazione indetta dal Comitato spontaneo “Amiamo S. Maria delle Mole” in piazza Togliatti per ribadire il No all’installazione di un’antenna telefonica nel centro urbano di S. M. Mole.
“Intendo partecipare – ha dichiarato Palozzi – perché mi batto a favore della gente, nonostante le strumentalizzazioni politiche che si stanno facendo su questo argomento. Ribadisco che questa amministrazione sta dalla parte dei cittadini nella battaglia contro la proliferazione di antenne e ripetitori. Abbiamo intenzione di restare al loro fianco ed annunciamo di aver provveduto ad avviare l’iter relativo alla predisposizione del Piano per le antenne a salvaguardia della salute pubblica”.
“La nostra amministrazione sta facendo sul serio – ha tenuto a precisare l’Assessore alle innovazioni tecnologiche ed alle telecomunicazioni Mauro Catenacci – Il 17 aprile scorso abbiamo fatto una ordinanza alla Società Ericsson H3G di demolizione di un’antenna posta sull’Hotel dei Consoli. Abbiamo anche chiesto alla medesima Società di soprassedere all’installazione dell’antenna su Galleria Le Mole in Via Silvio Pellico. Aspettiamo ora fiduciosi la pronuncia del Consiglio di Stato, prevista per l’8 maggio prossimo, al quale il Comune di Marino è ricorso contro il provvedimento del Tar Lazio che accoglieva in prima istanza la richiesta di sospensiva della diffida comunale già emessa contro l’H3G. Intanto già da tempo ci siamo attivati, di concerto con l’Assessore all’Urbanistica Mario Moro, incontrando i gestori di telefonia per capire quali sono le loro esigenze e cercare di confrontarle con quelle dell’amministrazione e dei cittadini. Siamo fiduciosi che i gestori capiscano quali sono le esigenze del territorio. Dal canto nostro – ha concluso l’Assessore Catenacci - esamineremo il loro piano di rete sul quale avvieremo un confronto serio. Abbiamo trovato comunque in loro disponibilità a trovare soluzioni”.
CONCLUSIONI:
Dopo un’attenta lettura delle informazioni raccolte è facile trarre conclusioni,direi quasi scontato. Nessuno verrà mai da noi a dirci che è stata provata la relazione tra campi elettro-magnetici e malattie come leucemia e cancro. Però và detto che i numeri parlano chiaro: nelle abitazioni antistanti ai ripetitori aumenta esponenzialmente l’incidenza di queste malattie.
Per chi vorrebbe saperne di più vi consiglio:
· Puntata del 15 maggio 2005(si trova anche sul sito di striscia) su “Radio vaticana”
· Disegno di legge n°4188 del 1999 ( lo trovate sulla gazzetta ufficiale dello stato)
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